La sfida dei gemelli
Ringraziamenti:
Libro primo.
Il Martello degli Dei.
Capitolo primo.
Capitolo secondo.
Capitolo terzo.
Capitolo quarto.
Capitolo quinto.
Capitolo sesto.
Libro Secondo.
Il Cavaliere della Rosa Nera.
Capitolo primo.
Capitolo secondo.
Capitolo terzo.
Capitolo quarto.
Capitolo quinto.
Capitolo sesto.
Capitolo settimo.
Capitolo ottavo.
Capitolo nono.
Capitolo decimo.
Capitolo undicesimo.
Capitolo dodicesimo.
Capitolo tredicesimo.
Libro terzo.
Il ritorno.
Capitolo primo.
Capitolo secondo
Capitolo terzo.
Capitolo quarto.
Capitolo quinto.
Capitolo sesto.
Capitolo settimo.
Capitolo ottavo.
Capitolo nono.
Capitolo decimo
Capitolo undicesimo.
Capitolo dodicesimo.
Il Ritorno a Casa.
La sfida dei gemelli
Margaret Weis e Tracy Hickman
A mio fratello, Gerry Hickman, che mi ha insegnato quello che dovrebbe essere un fratello.
A Tracy, con un grazie di cuore per avermi invitato nel vostro mondo.
Ringraziamenti:
Vorremmo ringraziare i membri originari della compagine che ha concepito la storia delle DRAGONLANCE: Tracy Hickman, Harold Johnson, Jeff Grubb, Michael Williams, Gali Sanchez, Gary Spiegle e Cari Smith.
Vogliamo ringraziare coloro che sono venuti a raggiungerci a Krynn: Doug Niles, Laura Hickman, Michael Dobson, Bruce Nesmith, Bruce Heard, Michael Breault e Roger E. Moore.
Vorremmo ringraziare il nostro curatore, Jean Blashfield Black, che ci e stato accanto durante tutte le nostre vicissitudini e i nostri trionfi.
E infine vogliamo esprimere i nostri ringraziamenti a tutti coloro che ci hanno offerto incoraggiamento e sostegno: David “Zeb” Cook, Larry Elmore, Keith Parkinson, Clyde Caldwell, Jeff Easley, Ruth Hoyer, Carolyn Vanderbilt, Patrick L. Price, Bill Larson, Steve Sullivan, Denis Beauvais, Valerie Valusek, Dezra e Terry Phillips, Janet e Gary Pack, le nostre famiglie e, per ultimi ma non meno importanti, tutti voi che ci avete scritto.
Libro primo.
Il Martello degli Dei.
Come acciaio tagliente, lo squillo di una tromba ruppe l’aria dell’autunno, quando gli eserciti dei nani di Thorbardin discesero, in sella ai loro destrieri, nelle Pianure di Dergoth per incontrare il loro nemico: i loro consanguinei. Secoli di odio e di malintesi fra i nani delle colline e i loro cugini delle montagne tinsero di rosso, quel giorno, le pianure. La vittoria divenne priva di senso, un obbiettivo che nessuno cercava. Vendicare i torti commessi da bisavoli morti da lungo tempo era lo scopo di entrambe le fazioni. Uccidere e uccidere e uccidere ancora, era questa la guerra di Dwarfgate, della Porta dei Nani. Fedele alla sua parola Kharas, l’eroe dei nani, combatté per il suo Re sotto la Montagna. Rasato, la barba sacrificata per la vergogna di dover combattere i suoi consanguinei, Kharas si trovava fra le avanguardie dell’esercito, piangendo mentre uccideva. Ma mentre combatteva, arrivò d’un tratto a capire che la parola vittoria era stata distorta fino ad acquistare il significato di annientamento. Vide cadere gli stendardi di entrambi gli eserciti, li vide giacere calpestati e dimenticati sulla pianura insanguinata mentre la follia della vendetta inghiottiva tutte e due le armate in una spaventosa onda rossa. E quando vide che non aveva importanza la vittoria di questo o di quello, poiché non vi sarebbe stato in realtà nessun vincitore, Kharas scagliò a terra il suo Martello, il martello forgiato con l’aiuto di Reorx, il dio dei nani, e lasciò il campo.